“Ho sempre pensato che, con un budget più alto, sarebbe stato un film peggiore”. Alessandro Aronadio ha un solo altro lungometraggio all’attivo (Due vite per caso, 2010) quando realizza Orecchie, in tre settimane e col solo aiuto produttivo di Biennale College. Eppure Orecchie è un prodotto sicuro di sé quanto eccentrico: c’è un supplente di filosofia misantropo (Daniele Parisi, al suo primo ruolo cinematografico) che si sveglia con un fischio all’orecchio e un post-it della
fidanzata Alice (Silvia D’Amico), E’ morto il tuo amico Luigi, mi spiace. Parisi non conosce nessun Luigi, ma la giornata si srotola ugualmente in attesa del funerale delle sette – tra otorini amanti dei sigari e di Mussolini, menu McDonald’s con sorpresa e vecchi mentori convertiti alla Playstation. Una commedia in bianco e nero sul filo dell’acufene (con le corde pizzicate della bella colonna sonora di Santi Pulvirenti che si incaricano di ricordartelo) per cui la critica ha
giustamente scomodato Tognazzi, Ferreri, persino l’indie americano di Clerks. “E’ difficile abbracciare la semplicità”, dice al protagonista un suo allievo diventato stella dell’hip-hop. Con Orecchie, Aronadio trova lo spiraglio invisibile tra semplicità e sofisticatezza e ci si infila, realizzando uno di quei film che potrebbero restituire vivacità alla commedia italiana tout court, se li si guardasse a orecchie sgombre.
ORECCHIE
Alessandro Aronadio / 2016 / 90’ / Commedia
Sceneggiatura: Alessandro Aronadio, Valerio Cilio / Montaggio: Roberto Di Tanna / Fotografia: Francesco Di Giacomo / Cast: Daniele Parisi, Silvia D’Amico, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Rocco Papaleo / Produzione: Matrioska, Biennale College Cinema