Quando riesci a sedurre con la stessa facilità il pubblico del Sundance e i lettori del Corriere, sai di essere sulla strada giusta. Con la sua umanità variegata sfidata a lanciarsi da un trampolino di dieci metri, Hopptornet degli svedesi Maximilien Van Aertryck e Axel Danielson ha attraversato festival e webzine, stimolato analisi sociologiche e clickbaiting (e voi, saltereste da quel trampolino?).
C’è un buon motivo. Non sappiamo se Van Aertryck ami o detesti il prossimo suo (ogni regista che affronti l’umano è a rischio sadismo), di sicuro però ama gli spazi, tra piscina e trampolino come tra attore e sguardo critico: in mezzo ci siamo noi, liberi di trarre conclusioni o di glissare e goderci i tuffi. Nello studio televisivo di Because the world never stops, il suo cortometraggio più recente
(anche questo co-diretto con Danielson), la conduttrice di TG lancia un servizio sulla crisi dei rifugiati e poi cincischia in attesa del meteo: ogni giudizio è possibile, nessuno è essenziale. Maximilien sbarca a Lago preceduto da una Menzione Speciale 2016 (sempre a Hopptornet) e dalla vittoria al nostro gemello ispanico Formentera Film con lo stesso corto. Visto, a calcolare bene gli spazi?
HOPPTORNET (TEN METER TOWER)
Svezia / 2016 / 16’18’’ / Doc
BECAUSE THE WORLD NEVER STOPS
Svezia / 2016 / 11’ / Doc