Le introduzioni solitamente rappresentano un punto di arrivo: un breve slancio che annuncia il lavoro fatto.
Contrariamente a questa premessa, l’introduzione e i contenuti di quest’edizione vogliono essere un punto di partenza: una dichiarazione d’intenti, uno spiraglio a lungo termine che irradia di taglio la superficie lasciandone intravedere la grana.
L’immagine del festival, su cui tanto ci siamo scontrati e confrontati, racconta proprio questo: un fascio di “luce” in grado di illuminare, seppur in maniera definita, solo una porzione di quello “spazio nero” fatto di persone, culture e suggestioni che in futuro il festival si promette di esplorare.
Il catalogo 2010 è stato esploso in formato magazine, questo ci ha permesso di raccontare tutte le realtà artistiche che abbiamo fatto confluire in modi diversi a Lago, le persone che hanno deciso di investire sul festival partecipandovi, i film che abbiamo amato, le aziende che sostengono perchè ci credono e le numerose attività che il Lago Fest svolge al di fuori del “Film”.
Tantissimi film da tutto il mondo, registi e artisti ospiti, musicisti dentro e fuori programma, retrospettive, incontri, presentazioni e performance; tutto questo è LFF: manifestazione che sa essere contenitore e contenuto, la parte più interessante sarà però quello che nascerà da tutto questo, il dopofestival.
Perchè del resto questo, e lo si legge in filigrana nel virgolettato iniziale, è l’intento del festival: non importa se tra uno sceneggiatore di Venezia e un filmmaker rumeno, o tra un architetto di Milano e un falegname di Lago, l’importante è creare relazioni.
Le considerazioni su quanto fatto sinora le abbiamo lasciate alla fine di questo magazine: una sezione fotografica che racconta 5 anni di attività, di come un paese intero si mobiliti ogni anno, della ricaduta che una manifestazione come questa ha sulla gente del luogo e del perchè il festival di Lago sia letteralmente unico nel suo genere,
Buon festival.
Campagna di comunicazione: