A giugno si è sparsa la voce che il cast originale Ritorno al futuro s’era riunito per girare un quarto film. Quando è uscito che era una bufala, la delusione è stata notevole, come se la serie non avesse già raggiunto l’apice con quel terzo straordinario capitolo ambientato nel far west. E tuttavia c’è fame di reboot. Non solo cinematografici. Tra le pagine di questa edizione troverete alcune foto. Sono le tappe di un’indagine non conclusa, avvistamenti di fenomeni apparsi lungo la zona ovest di Revine Lago nel corso dell’ultimo inverno. Cumuli, nidi, incastri che apparivano nottetempo. Tutto disposto con l’amore e la cura psicotica che buona parte di noi perde assieme all’infanzia, periodo d’oro in cui una biglia vale quanto un genitore. In paese si chiedevano chi fosse il responsabile. Lago Film Fest preparava la sua prossima edizione, e distrattamente trovava più interessante la luna del dito. Che luna indicavano queste sculture inconsapevoli? Era chiara l’ossessione per il festival e il suo passato: si intravedevano pagine di vecchi cataloghi, pass scaduti, frattaglie di allestimenti. Altri oggetti erano genericamente legati alla balneazione, come se il compito fosse stato ricreare Rimini Rimini a memoria. La luna e non il dito. Che differenza c’è tra un archivista e uno di quegli accumulatori compulsivi che si riempiono il soggiorno di guide telefoniche del secolo scorso? Entrambi non riescono a lasciar andare il passato; strappiamone qualche pezzo mentre scappa, si dicono, riarrangiamolo e viviamoci dentro. È confortevole l’idea di chiudersi in un fortino, ma siamo davvero convinti che Ritorno al Futuro IV sarebbe stata una buona idea? Forse è il caso di svuotare il soggiorno e fare entrare un po’ di luce. Quella violenta e galvanizzante di un capitolo nuovo. Lago Film Fest. Quattrordicesima edizione. Fatevi coraggio.