ANIMATING CANADA – LFF2017

Experimental and Independent Animation
1949-2016

Il 2017 segna il 150esimo anniversario della confederazione canadese. Un anno da celebrare, secondo alcuni; qualcosa di ben diverso per le popolazioni aborigene vissute in Canada per millenni e poi espropriate di terre e cultura dai coloni europei.  La società del Canada, le sue leggi, il suo sistema politico e quello economico, persino la sua popolazione orgogliosamente multiculturale: tutto poggia, in fondo, sulla repressione di tradizioni preesistenti. Ecco che allora, per il canadese non superficiale, il centocinquantenario può diventare l’opportunità di soppesare fallimenti storici e conquiste reali.
Se parliamo di conquiste cinematografiche, il Canada deve la sua

fortuna ai documentari, a film sperimentali e videoarte, e infine alle sue animazioni. Proprio due programmi di animazioni, con un’attenzione speciale per sperimentazione e approcci singolari al medium, abbiamo voluto proporre al Lago Film Fest di quest’anno.
Un ruolo chiave nello sviluppo dell’animazione artistica, in Canada come altrove, è stato quello della National Film Board canadese (NFB), fondata nel 1939 con lo scopo di “fornire un’interpretazione del Canada ai canadesi e alle altre nazioni”. Il fondatore/direttore John Grierson assunse a capo del dipartimento animazione uno scozzese, Norman McLaren; McLaren iniziò realizzando alcune fantasiose pillole di

propaganda alleata durante la Seconda Guerra Mondiale, e proseguì sviluppando tecniche sperimentali ad altissimo livello creativo e tecnologico. McLaren fondò l’arte dell’animazione in Canada, e quella continuò a fiorire, anche per mano di artisti e filmmakers indipendenti.
I due programmi comprendono un assortimento di opere storiche e contemporanee (indipendenti o targate National Film Board) realizzate con le tecniche più disparate, a mano o con interventi su pellicola, via rotoscopio o a partire da found footage.

 

A cura di Chris Gehman e Lorenza Pignatti

PROGRAMMA 1:
OCCHI ALL’ASCOLTO,
ORECCHIE IN VISIONE

Classici dell’animazione a esplorare la ricca e complessa relazione di suono e immagine: un programma senza una sola parola.

Proiezione Speciale
Giovedì 27 luglio
ore 22.00 – Riva del Lago

SHIKISOU

Barry Doupé & Yota Kobayashi / 2012 / 11’50’’

Shikisou è una parola giapponese e indica una ciclica gradazione di colori, o “tonalità”. In questa animazione, il susseguirsi delle quattro stagioni in Giappone funge da forza di organizzazione temporale, nonché da fonte di connotazioni simboliche.

OP HOP – HOP OP

Pierre Hébert / 1966 / 3’

Un esperimento di animazione a intermittenza fatto di graffi a mano su pellicola, risalente all’anno prima del centenario del Canada e influenzato da Op Art e Norman McLaren.

PRIMITI TOO TAA

Ed Ackerman & Colin Morton / 1986 / 2’45’’

Poesia costruttivista incontra coreografia, suoni primitivi incontrano la loro rappresentazione grafica. Basata sul poema sonoro dadaista Ursonate (Sonata di Suoni Primitivi) di Kurt Schwitters.

C NOTE

Chris Hinton / 2004 / 7’

Chris Hinton, filmmaker, e Michael Oesterle, compositore, balzano avanti e indietro tra suono e immagine. Il dinamismo dell’arte visuale di Hinton danza sul ritmo sincopato di un’originale composizione classica moderna.

POST MARK LICK

Sonia Bridge & David Brown / 2002 / 3’40’’

“Una canzone d’amore per l’età della corrispondenza pre-digitale e dell’animazione con fotogrammi” (Images Festival, 2003).

TWO EASTERN HAIR LINES

Steven Woloshen / 2004 / 4’

A volte le fratture che ci separano sono ampie come fiumi, alter sottili come un capello. Per mezzo di pittura e scoloritura su found footage, Two Eastern Lines esplora nozioni di comunicazione, conflitto e isolamento.

BEGONE DULL CARE

Evelyn Lambart & Norman McLaren / 1949 / 7’

Uno dei classici dell’animazione mondiale. Lambart e McLaren intervengono direttamente su pellicola, in un’esplosione di movimenti fugaci su strati sovrapposti di linee, texture e colori. Se c’è un’animazione capace di esprimere gioia pura, è proprio questa!

PROGRAMMA 2:
CORPI IN PERICOLO

Hunger di Peter Foldès, opera seminale per l’animazione digitale, introduce un programma di lavori posteriori al 2000. Al centro, la fluidità dell’immagine animata come strumento di riflessione sul corpo al centro di relazioni economiche, storiche e spirituali.

Proiezione Speciale
Giovedì 27 luglio
ore 22.30 – Riva del Lago

HUNGER

Peter Foldès / 1973 / 11’25’’

Una satira caustica sulla discesa di un uomo nelle spirali di avidità e gola. Tra i primissimi esempi di animazione computerizzata, e del sistema vettoriale che diventerà base più o meno indiscussa della moderna animazione digitale.

BLOSSOM

Jesi Jordan / 2014 / 3’08’’

Jesi Jordan dà vita a un diario animato in cui la figura di una donna nuda si contorce in forme sempre nuove, ciascuna a rappresentare una diversa emozione.

REPERCUSSIONS

Terril Calder / 2013 / 3’35’’

Un varco dimensionale a indagare il legame delle popolazioni aborigene con la storia della loro terra, proiettato su un futuro rafforzato da questa consapevolezza.

THE BABBLE ON PSALMS

Steven Woloshen / 2001 / 4’

Un’animazione ricca e vibrante, una combinazione di found footage e di graffi e inchiostri su pellicola con il linguaggio universale della musica. Realizzata il 12 settembre 2001, in reazione agli eventi del giorno precedente.

FINDING THE TRUTH IN THE WORLD AROUND US

Leslie Supnet / 2013 / 2’26’’

Commissionato dal festival musicale POP Montreal come parte di un’indagine sui cosiddetti Fenomeni di Voce Elettronica: l’uso di strumenti tecnologici per comunicare col mondo degli spiriti o con dimensioni parallele.

A MIRACLE

Daniel Barrow / 2003 / 2’37’’

Video creato per la band di church folk gay The Hidden Cameras, di base a Toronto. La tecnica è quella, personalissima, delle “live animation” di Daniel Barrow: disegni su fogli di acetato proiettati con lavagne luminose, stile vecchia aula scolastica.

WE’VE MET BEFORE

Maya Ben David / 2015 / 4’33’’

We’ve Met Before parla di un particolare feticismo noto come “Vore”: la fantasia di divorare o essere divorati da un’altra persona o personaggio fittizio. Il fenomeno si manifestò per la prima volta in alcuni videogiochi anni ’90.

RED BUFFALO SKYDIVE

Jude Norris / 2000 / 3’30’’

Sei secondi di bufalo in corsa ripetuti in loop per tre minuti di animazione via rotoscopio. La voce della regista, in sottofondo, recita una storia che le raccontò un automobilista paraplegico durante un autostop.

THE MAGICIAN

Winston Hacking & Andy Schauf / 2016 / 3’51’’

Accompagnato da un brano di Andy Schauf, un surreale collage animato in cui il mondo va in pezzi rivelando un altro mondo al suo interno, e così via.