Brigitte Lustenberger è nata a Zurigo, in Svizzera, dove ha studiato e conseguito il Master in Social and Photo History. Negli anni successivi si è affermata come fotografa d’arte, si è trasferita a New York e ha ricevuto il MFA in Fine Art Photography e Related Media alla Parsons The New School of Design. L’artista crea nelle sue fotografie un universo moderno benchè barocco. Sguardi, gesti, oggetti e la distribuzione della luce danno sottili suggerimenti sull’umore del soggetto fotografato e sulla storia della sua vita, e più in generale, sulla caducità del nostro essere e il coinvolgimento umano costante in essa – e le conseguenti variazioni di destini. L’artista torna al significato della parola ritratto, che discende dal latino protahere, che può essere tradotto con l’espressione “tirare fuori qualcosa”, “portare qualcosa alla luce”. Gli spazi neri da cui appaiono i volti lasciano spazio all’interpretazione dello spettatore. Tutta l’illuminazione è luce naturale proveniente da una finestra.
Gigga Hug abita a Berna, si è diplomata come insegnante di scuola superiore concentrandosi sul lavoro artistico. A seguito di tale percorso ha acquisito un diploma in educazione artistica e di mediazione culturale. Osservando le sue fotografie in bianco e nero ci immergiamo in un silenzio pensieroso. Nelle luci evanescenti dell’imbrunire l’artista ha scattato le immagini di bambole pallide, raccolte nel corso di molti anni. Nell’immaginario dell’artista non sono destinate al gioco o per riscaldare la propria anima, ma sono riflessi della frammentarietà dell’identità umana. Duplicazioni delle bambole attraverso specchi connotano un insieme ingannevole, ma l’oscurità circostante in cui il silenzio sembra risuonare intensifica la solitudine che abbraccia le figure. Nella serie “Poupée Dessin” l’artista analizza la percezione della corporeità. Le fotografie manipolate sono di recente “rilette” attraverso i disegni a penna e inchiostro e la topografia del corpo è ridefinita nuovamente. Con la sua serie “Skotom”, l’artista affronta la percezione degli stranieri visti dal punto di vista svizzero. Per possedere uno spazio sociale e professionale in una cultura straniera, per diventare percepibile, è un processo arduo e di lunga durata.
Nata e cresciuta in Svizzera Cornelia Hediger si trasferisce negli Stati Uniti mettendovi radici, consegue il Master in Belle Arti alla Rutgers University, ora vive e lavora a New York. La serie di fotografie Doppelgänger sono narrazioni pittoriche che esplorano le più profonde emozioni umane, il (sub) conscio, l'(alter)ego. La struttura narrativa si basa sul concetto di Doppelgänger – com’è inteso dalla letteratura Germanica – come un fantasma di un doppio o un’apparizione di una persona vivente, ampiamente considerato sinistro e presagio di sfortuna, ma anche fortemente ambiguo, quindi presenta un dilemma psicologico. I personaggi principali sono messi in scena dalla stessa artista in spazi claustrofobici e senza tempo. La serie OHNMACHT è una continuazione di auto-ritratto, un progetto a cui sta lavorando da due anni, un racconto fotografico di un personaggio che subisce un viaggio surreale, fantastico e onirico.